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La Storia di Riccardo, Serena e Giuseppe

Io e Giuseppe abitiamo a Francavilla al Mare (CH) e ci siamo sposati nel 2006.

Ho scoperto di essere incinta il 3 gennaio del 2009: quale modo migliore per iniziare l’anno?

Procedeva tutto normale, stavo bene a parte qualche nausea, il bimbo cresceva!

Il sesso si è visto quasi subito, un bel maschietto e si sarebbe chiamato RICCARDO!

A maggio abbiamo fatto la morfologica,  l’ansia era tanta,  ma fortunatamente era tutto normale e abbiamo iniziato a fare i primi acquisti:

 vestitini, copertine e carrozzina!

Non stavamo piu’ nella pelle il nostro primo bimbo era in arrivo!!!

Ho smesso anche di lavorare perché mi stancavo troppo e Giuseppe non voleva correre nessun rischio quindi a riposo! Sarei potuta andare

 tutti i giorni al mare e mi sarei potuta godere l’estate con il mio pancione!!!!

Lo sentivo sgambettare e non mi sembrava ancora vero.

Il 3 giugno avevamo la visita di controllo … ma non fu il solito controllo fu l’inizio della nostra storia.

Il mio ginecologo iniziò con l’ecografia e si soffermò tanto tempo sul cuore di Riccardo e capii subito che qualcosa non andava … guardavo Giuseppe terrorizzata, allora lui chiese  se era tutto a posto. Purtroppo la risposta non fu positiva,  il cuore di Riccardo era spostato a destra e ci disse che si trattava di un’ernia diaframmatica, una patologia rara. Ci tranquillizzò dicendo che era una cosa risolvibile con un operazione. Avrei dovuto partorire in un ospedale di 3° livello per avere le dovute cure.

Non capivo più nulla avrei voluto non essere lì, non essere incinta, in un secondo la nostra gioia si era trasformata in disperazione … mi sentivo senza forze!

Il dottore subito contattò un centro medico di Bologna per un’ecografia più approfondita e da lì ad una settimana avevamo l’ appuntamento.

Tornati a casa eravamo disperati, non riuscivo più a toccarmi la pancia, avevo tanta  paura , sapevo che non sarei mai riuscita a sopportare tutto quel dolore ed affrontare i prossimi 3 mesi senza sapere cosa sarebbe successo!!! 

Era tutto troppo difficile, come avremmo fatto a continuare?

Mi sentivo in colpa per aver voluto quella gravidanza a tutti i costi, pensavo che forse non era destino che io diventassi mamma. Giuseppe intanto cercava notizie su internet, era anche lui terrorizzato ma cercava di tranquillizzarmi.

Quel giorno avevo solo voglia di dormire : magari al risveglio non era più vero niente .

 Andammo a Bologna in un centro specializzato in “diagnosi prenatale”, la nostra prima ecografia tridimensionale: bello il mio Riccardo aveva le gambine incrociate e si muoveva tanto …

Il ginecologo che mi visitò ci confermò la diagnosi, fu la visita più lunga e dolorosa di tutta la mia vita, disse tante cose e non riuscivamo più a vedere un pizzico di speranza!!! 

Prendemmo poi contatti con il Professor Lima del Sant’Orsola di Bologna che ci riaccese la speranza per continuare ad affrontare il resto della gravidanza. La visita durò poco ma le parole che ci disse erano esattamente quelle che avremmo voluto sentirci dire da subito. Disse che era una patologia che non conosce mezze misure,  ma  se fosse sopravvissuto avrebbe condotto una vita normalissima.

Dal viso del Professore avevamo capito subito che partorire a Bologna era la scelta giusta e che  Riccardo aveva tutte le carte in regola per affrontare questa situazione e noi avevamo l’obbligo di crederci!

I controlli a Bologna proseguirono con esiti piuttosto buoni. Ma a causa della mia placenta previa che spesso mi dava problemi,  il ricovero dovette essere anticipato: il 15 luglio iniziò il mio “soggiorno” nel reparto di ginecologia del Sant’Orsola.

Fu’ difficile stare lì da sola con un andirivieni di mamme e papà che festeggiavano le nascite ed io lì a spiegare ad ognuno il motivo del mio ricovero! Le crisi di pianto per telefono con Giuseppe era all’ordine del giorno!

Quando ti capitano queste cose ridimensioni tutto, guardi la vita in modo diverso, ti rendi conto di chi ti vuole veramente bene e riesci ad apprezzare le piccole cose che altrimenti dai per scontate,  come la nascita di un bambino sano!

Pensavo a Riccardo, al giorno in cui sarebbe nato, e pensavo che non potevamo perderlo,  perché non saremmo mai riusciti a superare ed affrontare il dolore se non ce l’avesse fatta. Speravo per il meglio ma ero pronta per il peggio. Ogni sera prima di addormentarmi supplicavo Gesù di lasciarci il nostro piccolino perché noi saremmo stati dei bravi genitori e con noi sarebbe stato sicuramente bene!!!

Il 5 agosto Giuseppe è andato in ferie e si è trasferito anche lui a Bologna in attesa del cesareo programmato per il 19 agosto … ma alla 35°ma+5 settimana di gestazione la notte del 12 o meglio alle 2.03 del 13 agosto Riccardo è nato!!!

In sala operatoria un po’ stordita dall’anestesia avevo il terrore di poterlo vedere o sentire soffrire, non riuscivo a immaginare cosa stava succedendo intorno a me. Lo hanno portato via subito ed io non mi sono accorta di nulla … avevo la pancia vuota: Riccardo non  c’era più, aveva iniziato la sua battaglia.

Pesava 2.410 ed era lungo 48cm, solo Giuseppe lo aveva potuto vedere mentre lo portavano in rianimazione era bellissimo.

Si è stabilizzato subito ed il giorno dopo è stato operato.

E proprio il pomeriggio dell’operazione ho potuto vedere il mio amore, era bellissimo, un angioletto, la perfezione, il bimbo piu’ bello che avessi mai visto.

Era attaccato a tanti macchinari, flebo, tubi che uscivano da tutte le parti del suo piccolo corpicino.

Lo guardavo e pensavo “ce la devi fare per forza altrimenti noi come facciamo???”

Ci dissero che le 48ore dopo l’operazione erano le più’ difficili, sembrava essere stabile senza grandi problemi … il 16 agosto fui dimessa, e che tristezza uscire da quell’ospedale in due senza di lui…

Potevamo vedere Riccardo dalle 16.00 alle 18.00 e non vedevamo l’ora di stare un po’ con lui, stringergli la manina, accarezzarlo … era sempre più bello.

Dopo pochi giorni gli cambiarono il respiratore, più piccolo e meno forte dell’altro, che gli alzava il torace da fare impressione … ci dissero che era solo una prova se non andava tornava a quello di prima.

 Invece rimase con quello. Certi giorni aveva un visino gonfio, era tutto gonfio, per via dell’intervento e delle medicine … Ogni tanto apriva gli occhi e piangeva ma senza rumore e per me era come una pugnalata: stavo lì e non potevo fare nulla … Diminuirono giorno per giorno le sedazioni e quindi lui era più sveglio e in movimento.

Dovevamo avere tanta pazienza,  finché non usciva dalla rianimazione non potevamo stare tranquilli! Un bel giorno me lo fecero prendere in braccio ero emozionatissima: è stato bellissimo …

Verso la metà di settembre Riccardo ha deciso di respirare da solo, senza più nessuno aiuto, così una notte si è staccato il respiratore … Iniziò a mangiare con il biberon e prometteva già bene. Si metteva in posizione: pugni chiusi e tutto rigido cominciava a succhiare!

Dopo 43 giorni di rianimazione  ci trasferirono in chirurgia neonatale e lì potevamo restare senza vincoli di tempo e potavamo finalmente goderci il nostro amore …

Il 1° ottobre siamo rientrati finalmente a casa e da quel momento è come se avessimo “resettato” tutto (se mai sarà possibile). Da lì che è  iniziata la nostra nuova vita.

Riccardo è un bambino fantastico, ride sempre da appena sveglio, non piange mai e non si sta fermo un attimo, ed è la nostra unica ragione di vita.

 Non so se la nostra esperienza sarà utile a qualcuno, io quando ho scoperto che Riccardo era affetto da Ernia diaframmatica ed ho visitato questo sito sono riuscita a leggere solo una storia, era troppo doloroso e preferivo non sapere. Poi, tornati a casa, le ho lette tutte e credo di aver sbagliato perché sapere che altri come noi hanno vissuto la nostra stessa storia, le nostre stesse sensazioni mi avrebbe dato più coraggio e meno paura!

Volevo poi ringraziare il mio ginecologo il Dott. Di Tizio che ci ha guidati quando ci siamo sentiti persi, il Professor Lima, tutti i Dottori e gli infermieri della rianimazione pediatrica del Sant’Orsola, in particolare Francesca e Giuseppe, che si sono presi cura di Riccardo e lo hanno coccolato quando noi non potevamo essere con lui! Vi portiamo tutti nei nostri cuori … Serena, Giuseppe e Riccardo

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