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La storia di Sofia

Ciao a tutti mi chiamo Katia e con mio marito Matteo siamo genitori di due gemelle di tre anni di nome Giada e Sofia.

A metà maggio 2008 faccio il test di gravidanza che risulta positivo; così contatto il mio ginecologo e, durante l’ecografia fissata per il 26 maggio, mi dice che aspettiamo due gemelle.

Appena arrivati a casa chiamiamo tutti, genitori, amici, parenti per dare loro la notizia e tutti ridono e sono contenti.

Siccome a gennaio 2008 ho avuto un aborto spontaneo il ginecologo decide di mettermi in maternità anticipata.

E’ stato sicuramente il periodo più bello …. si avvicinava l’estate e io non avevo alcun impegno lavorativo, avevo tutto il tempo per me e per fare quello che volevo e soprattutto, a parte qualche nausea, stavo veramente bene.

“E’ proprio una bella gravidanza”, pensavo!

Siccome la gravidanza gemellare è considerata a rischio, ogni 15 giorni mi recavo in ospedale a Como per sottopormi ai vari controlli; tutto andava bene, le bimbe crescevano regolarmente, stavo bene, avevano peso e misure giuste (per essere in due erano belle cicciotte), tutto questo fino ai primi giorni di dicembre.

Mi reco in ospedale con mia mamma in quanto, essendo le visite molto frequenti, non sempre riusciva ad accompagnarmi mio marito.

Entriamo subito in studio per fare l’ecografia.

Appena il dottore mi posa l’ecografo su Sofia la sua espressione cambia, diventa serio e dice: “qualcosa non va, il cuore della bambina è spostato a destra, qualcosa non mi torna ….. ecco ernia diaframmatica!”

Cosa sta dicendo? Il cuore a destra? Ernia diaframmatica? Ma cosa vuol dire? Non capisco niente, l’unica cosa certa è che Sofia non sta bene e io non riesco a capire di cosa stia soffrendo.

Mi viene subito in mente il figlio di una mia cara amica che, a novembre 2007, è stato operato dopo 1 giorno di vita al cuore e, nonostante l’intervento sia andato bene, durante la notte muore.

Quindi potete immaginare il panico che si scatena in me quando sento la parola “cuore”

Inizio a tremare e non capisco niente….piango anche se non so per cosa…mia mamma mi tiene la mano e il medico mi dice di stare calma e inizia a spiegarmi tutto.

Mi dice che l’ernia diaframmatica è praticamente un buco all’interno del diaframma, probabilmente il diaframma non si è mai formato del tutto e gli organi sono risaliti.

Mi dice che la cosa positiva è che, essendo quasi a termine, (previsto per il 18 gennaio 2009) questa ernia si è verificata tardi e gli organi non sono stati poi così tanto compromessi.

Il polmone di sinistra è bello, quello di destra leggermente più piccolo…. le sono risaliti anche alcuni organi tipo intestino, milza e altro ma per avere la certezza che la diagnosi sia giusta mi dice che mi metterà in contatto con gli Ospedali Riuniti di Bergamo dove hanno ecografie di II livello e un reparto di patologia neonatale preparato per affrontare questi problemi.

Appena esco dallo studio chiamo subito Matteo e anche lui non riesce a capire… come mai non si è mai visto nelle ecografie precedenti????

Mi reco a Bergamo dove mi confermano la diagnosi, mi dicono che nel corso dell’anno hanno già operato 3 bambini come Sofia e che stanno tutti bene. Decidono di ricoverarmi il 30 dicembre per tenermi sotto controllo e poi farmi il cesareo con l’anno nuovo.

La notte tra il 23 e il 24 dicembre non riesco a chiudere occhio. La mattina del 24 dico a mio marito di portarmi in Ospedale perché con il problema di Sofia non posso permettermi di aspettare che le acque si rompano da sole, sarebbe troppo rischioso per la piccola.

Così partiamo, accompagnati anche dai miei genitori e, dopo alcune visite e il ricovero in camera, alle 14.30 arriva l’ostetrica che mi di dice: “ti preparo, adesso facciamo il cesareo”.

Io penso: “ADESSO NON SONO PROPRIO PRONTA”….ma molto meglio così.

Così mi fanno il cesareo e alle 15,14 nasce Giada e alle 15,16 Sofia.

Pesavano circa 2,5 Kg l’una!

Mi fanno vedere per 2 minuti Giada ma Sofia no, deve essere subito intubata e sedata per prepararla al meglio per l’intervento.

La sera non mi fanno alzare per via del cesareo e del catetere, così devo aspettare il girono dopo per vederle.

Prima mio marito mi porta a vedere Giada che stanno portando al nido e poi si ferma davanti ad un vetro e dice: “Quella in fondo, sul lettino chirurgico è Sofia”.

Non riesco a vederla bene, prima di lei ci sono altri bambini in incubatrice….capisco solo che è tutta nuda e piena di tubi che le entrano e le escono da tutte le parti.

Ci chiamano e finalmente possiamo entrare a vederla.

E’ tutta nuda, sdraiata sul lettino chirurgico, ha tantissimi tubi che gli escono da tutte le parti, dal naso, dall’ombelico, dalle braccia…e tantissime macchine attaccate che continuano a suonare.

Vado letteralmente in panico, nessuno mi aveva spiegato che sarebbe stato così, davvero per me era come se fosse morta… sdraiata su quel lettino, tutta nuda, senza alcun cenno di vita, immobile, gli occhi chiusi che respirava solo grazie ad un ventilatore.

La cosa mi ha veramente sconvolto….mi ha fatto più male vederla così che apprendere la notizia che non stava bene quando era ancora dentro di me.

Arrivano tutti medici, ci spiegano la situazione, ci dicono di portare pazienza e che, quando starà meglio, sarà operata.

Il 27 dicembre ci dicono che hanno deciso di operarla. Prima dell’intervento ci chiedono se vogliamo battezzarla. Noi rispondiamo di sì, così 10 minuti prima dell’operazione arriva il frate e procede al Battesimo; non era una festa, quella che dovrebbe essere così per il Battesimo, mi sembrava più un addio, ma eravamo convinti che battezzandola sarebbe stata comunque più protetta, che dall’alto avrebbero avuto un occhio in più nei suoi confronti, che avremmo potuto farle sentire che noi eravamo con lei anche se dovevamo lasciarla da sola e nonostante la cerimonia non sia stata per niente bella, siamo stati comunque contenti della decisione che abbiamo preso in quel momento. Alle tre viene operata e dopo circa 3 ore e trenta arriva il medico e dice: “Tutto ok, abbiamo dovuto mettere un patch di goretex per riparare l’ernia, le abbiamo già tolto l’appendice e ora dobbiamo solo aspettare, portare pazienza, non avere fretta e vedere come reagisce”.

Sofia è molto forte, recupera in fretta e, a parte una piccola infezione che ha rallentato il suo percorso, il 22 gennaio 2009 esce dall’ospedale.

A distanza di tre anni non ha avuto problemi legati alla sua malattia e cresce molto bene.

Noi siamo stati molto fortunati, siamo stati seguiti bene e Sofia si è ripresa molto in fretta.

La cosa che mi ha più sconvolto, non è stato quando mi hanno detto che Sofia aveva l’ernia diaframmatica ma quando l’ho vista per la prima volta attaccata a tutte quelle macchine.

Fatevi spiegare bene, oltre all’operazione e a tutte le cose ad essa connesse, anche come troverete per la prima volta vostra figlia o figlio, come sarà, se avrà tubi, se sarà cosciente o meno, se sarà attaccata ad un respiratore e cose di questo genere perché ritengo che sia una cosa molto importante.

Io ci ho messo quasi due giorni ad accettare di vedere così la nostra piccola e ad accarezzarla serenamente senza troppi pensieri negativi per la testa.

Spero veramente di esservi stata utile.

Un grazie a tutti i medici e agli infermieri della patologia neonatale degli Ospedali Riuniti di Bergamo per essersi presi cura amorevolmente di Sofia e per averci supportato e sopportato in quel periodo.

Con affetto Katia, Matteo, Giada e naturalmente Sofia.

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