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La storia di Michela e Jeroen

Gentili Lettori,

è difficile trovare le parole per introdurre la nuova storia arrivata al sito. La storia di Michela e Jeroen è diversa da tutte le altre finora pubblicate. La loro decisione è stata di interrompere volontariamente la gravidanza.  

Nonostante la nostra differente visione ed esperienza riguardo ad una vita che nasce, siamo molto felici di accogliere Michela e Jeroen tra le nostre Famiglie. E’ infatti nostro desiderio essere vicini a tutte quelle Famiglie che sono condotte, dagli avvenimenti della vita, a momenti di solitudine, incertezza, disperazione o speranza, che precedono e seguono decisioni sulla vita di un essere umano.  

Crediamo che la loro storia possa rappresentare, insieme alle altre, una più completa rappresentazione della realtà umana e quindi aiuti ad una seria e approfondita riflessione sul perchè nasce una nuova vita, sulla fragilità umana e su quali dovrebbero essere i sostegni per una Famiglia che è chiamata a vivere una prova che non ha neanche immaginato di dover affrontare.  

Non saremo noi a dare giudizi ad alcuna delle storie pubblicate, poiché ciascuna storia è unica ed irripetibile e perché come ci insegna il Vangelo: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37).     

Ci affidiamo quindi con fiducia alle parole del Santo Padre riportate nella home page del sito, parole di conforto ma soprattutto di guida, per noi e per tutte quelle Famiglie che si trovano o si troveranno di fronte ad una scelta così radicale e definitiva.

Ho deciso di raccontarvi la nostra storia, per ringraziare chi prima di me si é trovato nella stessa situazione e ha deciso di raccontare la sua. Per dire a chi leggerà la nostra che dopo il dolore e la disperazione si può ritornare a sorridere.  

Il 9 maggio la prima ecografia, alla fine del terzo mese. Esame di routine con la  traslucenza nucale, c’é qualcosa che non va. Valore pari a 4.8 fino 6.8, con un massimo considerato di 3. Tra queste cifre apparentemente innoque sono iniziate le nostre lacrime.

Il giorno seguente villocentesi d’emergenza in uno studio privato dove il Dott. T é scortese ed insensibile. Con un ago mi sono entrati nella pancia. Era di giovedì.

Giorni difficili in attesa del temuto risultato. Martedì mattina alle 8 ho chiamato la dott.ssa M, tutto andava bene con i cromosomi, che sollievo, ma dentro qualcosa si era già rotto, io in qualche modo ti avevo già perso, senza mai averti avuto. Il 30% di possibilità connesse ad anomalie cromosomiche era scartato, ora rimaneva il 40% per altre anomalie, ed il 10% di non portare a termine la gravidanza.  

Il 30 maggio a Verona, un appuntamento per controllare che anche il tuo cuoricino fosse a posto. Ti vedo muovere su quello schermo bicolore, quanto sei cresciuta….la signora del cuore ti chiama stellina…ci sono i ventricoli, i vasi maggiori…comincio a sorridere, dio mio comincio a sentirti mia. Dobbiamo andare a fare una passeggiata così magari ti muovi e possono controllare meglio. Io e Jeroen parliamo, ci lasciamo andare ad una speranza, forse é solo un piccolo difetto operabile, sì, possiamo ancora sperare. C’era il sole ed era il mio compleanno. Ritorniamo.

Sono distesa su quel lettino, stanza blu, penombra. Cinque o sei dottoresse ti stanno ora guardando nello schermo, io ed il tuo papà ci guardiamo e sorridiamo a tanta attenzione. Un magico cerchio di buone streghe dai bianchi camici. Ancora non sappiamo che c’é qualcosa di serio che non va. La dottoressa G. prende il controllo di quella macchina per guardarti meglio…non é il cuore…ma il diaframma incompleto.

Andiamo poi nello stanzino, spiega meglio….siamo in shock…ancora dobbiamo decidere cosa fare. Come si può chiedere a chi tanto ti ha desiderato di decidere se tu possa vivere o no?

Il 30 maggio era di mercoledì. Decidiamo di informarci meglio, per cui Venerdì a Padova abbiamo chiesto cosa sarebbe successo. La dott.ssa M. gentilmente ci ha fissato un appuntamento e ci ha spiegato in dettaglio cosa avevi.14 i casi di ernia diaframmatica trattati a Padova nell’ultimo anno. Siamo usciti dal suo ufficio e dentro l’idea di una decisione si era già formata ma non avevamo il coraggio di parlarne. Dopo due giorni di lacrime, non riuscendo a smettere di informarci, sperando in una speranza in più. CDH, ernia diaframmatica, 10 %, 70% …no per cento, numeri tanti numeri e termini e noi abbiamo sempre più paura. Intubatura sindrome di Frynus di  Cornelia, il cuore é già spostato ed al suo posto lo stomaco, non ancora il fegato..Speranza, se forse se…un continuo altalenarsi di sensazioni.

 Nonostante tutto, nonostante il dolore, dentro di noi la sensazione era chiara, anche se avessimo deciso di portare avanti la gravidanza le brutte notizie non erano finite. Già cominciavamo a staccarci da te stellina, le sofferenze per te e per noi non sarebbero finite in quel momento.

Lunedì abbiamo deciso, chiamo la Dott.ssa P, abortiremo, ti uccideremo, ti salveremo, non soffrirai non soffriremo, possiamo esercitare la facoltà di scegliere. Scegliamo. Scegliamo di non averti, di perderti.

Martedì visita psichiatrica, Dott.ssa V. Non capisco.Vorrei chiederle, avere il suo consenso. Per favore mi spieghi cosa succederà nella mia mente. Invece procedo al racconto. Lei ascolta e poi scrive. Vorrei ringraziarla. Vorrei fosse stata lei a scegliere invece no.

 Il giorno seguente, mercoledì mattina alle 7.30 siamo in ospedale, ho paura, non so cosa mi aspetterà. Procedo a passo sicuro, andrò fino in fondo, sono forte. Prelievo, camera numero 5, con il braccio sinistro non funziona, nel destro si.

Andiamo giù e velocemente elettrocardiogramma….si spogli, numero 20. Stampa, ritorniamo su. Primo piano ginecologia. Il dott. H, chiede scrive, legge…seduto di fianco al mio letto. Scopriamo che sei un 46 XX…sei davvero la nostra stellina…quella che tanto volevamo. – “non vorremmo mai fare queste cose” – “Neppure noi” –  “non intendevo….” – Iniziamo.

 Non riporto in questo racconto pagine che ho già scritto su come siano andati i due giorni seguenti. Sui dettagli tecnici o fisici. Sono stata trattata bene e con umanità, hanno dimostrato una sensibilità ed intelligenza che mi ha anche commosso. Ricordo i nomi di ostetriche e dott.sse gentili e premurose, nei loro occhi nessuna condanna…il mio dolore era sufficiente, e non avrei avuto bisogno di giudizi.

 Ho chiesto antidolorifici ed hanno aiutato.

Il momento ‘del distacco’ é stato il più doloroso emotivamente e psicologicamente, la memoria fisica che temevo, esiste. E’ come se ti avessi visto uscire quando in realtà non ti ho visto, ma ti ho sentito.. io sono fuori di me, singhiozzo con Jeroen viso nel viso. L’unico momento insieme noi 3.

In quei giorni ho parlato con alcune donne e ostetriche che hanno avuto esperienze analoghe..e mi sono resa conto di quanto forti siano le donne, così fragili, così marmoree per il sorriso di un bimbo.

 I primi giorni dopo l’interruzione di gravidanza sono stati i più brutti. Probabilmente anche gli ormoni annebbiano la vista e diventa difficile mantenere una parvenza di razionalità. Tenete duro per i primi giorni,

poi tutto ricomincia a prendere forma e senso, giorno dopo giorno andrà meglio.

Non abbiate paura di parlare, anche di cose assurde, o di cui vi vergognate. Per guarire é necessario esternare sempre qualsiasi cosa vi passi per la testa. Scrivere quello che si prova, può rivelarsi terapeutico.

La mia ancora é stata Jeroen, mio speciale, premuroso e dolce amore. Sempre vicino, anche durante attacchi di panico e quando avevo paura del buio. Senza di lui probabilmente non ce l’avrei fatta.

Sono passati quasi due mesi, dentro pensiamo di aver preso la decisione giusta per noi e non abbiamo rimpianti. Non dimenticheremo mai la nostra stellina, ma questo non significa che saremo logorati dal dolore per il resto della nostra vita.

Non c’é decisione giusta o sbagliata, l’importante é essere consapevoli della scelta, delle conseguenze ed agire secondo coscienza.

 A te piccola, a tutti i bimbi che non arrivano a sorridere e ai loro genitori:

Dolce rotonda idea/ Mi manchi dentro/ vorrei averti/ Vorrei amarti/ Sento la tua ombra/ Nel mio ventre/ Quando non riesco/ Neppure a darti un verso/ Una vita non vita/ Esiste in un dolore/ In un contatto di calda morte/ Tra le mie gambe inerte/ E poi più niente/ Un vuoto nella mia vita/ Mi  rimbomba l’eco/ Di quello che avresti potuto essere/ Stellina mia. Michela e Jeroen Jense Vicenza 0444 551241

michela@jense.info

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