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La storia di Niccolò, il nostro leoncino

Era il 7 gennaio 2011 quando nella nostra splendida famiglia arrivava la notizia che non saremmo piu stati in tre ma in quattro eravamo tutti felici soprattutto la nostra primogenita Martina che l’aveva tanto desiderato un fratellino maschio di nome Niccolò .
Ricordo ancora la prima ecografia scelsi uno degli ambulatori piú  all’avanguardia per la diagnostica prenatale, arrivammo tutti e tre per vedere per la prima volta cosa cresceva dentro la mia pancia e lui era li cresceva stava benone ed era un maschietto per la felicità di figlia, papà e se devo essere sincera anche la mia. Passavano i mesi e pure le visite periodiche tutto andava benissimo ed io stavo da Dio.
Io e mio marito Michele immaginavamo quanto sarebbe stato bello vedere i nostri figli giocare vederli gioire a anche litigare mio marito era proprio orgoglioso del maschietto andava in giro dicendo a tutti che lui sarebbe stato quello più bravo perché lui per lavoro gioca a calcio nell’Atalanta ( ci tengo citare la squadra dove milita perché anche loro come società e calciatori ci sono stati vicini) ed il suo grande desiderio era quello di fare conoscere ed amore questo sport proprio come aveva fatto il suo papà con lui. Passano i nove mesi ed il 5 sett 2011 divento di nuovo mamma di un bellissimo ed enorme bambino era tutto perfetto vennero i parenti in ospedale per conoscerlo e finalmente ci fu il primo incontro con la sorellina che lo volle subito tenere in braccio e di conseguenza foto di rito tutti e quattro. Ma qualcosa cominciava ad andare storto il piccolo rigurgitava e così fece per l’intera notte allora fu sottomesso ad esami ematici perché si presupponeva che avesse  bevuto un po’ di liquido amniotico ma dai risultati tutto era apposto. Lui cmq era tranquillo ed era stato tutto il pomeriggio nella sua culletta a dormire accanto a me, poi in un momento di tranquillità dove eravamo rimasti da soli decisi di prenderlo in braccio e coccolarlo un po cercando anche di attaccarlo a seno ma lui niente cominciò a piangere un pianto quasi soffocato diventando cianotica allora io dalla paura chiamai subito l’infermiera che lo portò via dicendo che potevano essere delle coliche. Passó la prima ora ed il bimbo ancor non arrivava poi si apri quella maledetta porta e mi si presentarono 4 dottori cominciarono a parlare e spiegarmi che Niccolò aveva un ernia diaframmatica e che sarebbe stato immediatamente trasferito a Milano alla clinica Mangiagalli, non vi dico il mio stato cominciai a sudare a stare male non sapevo nemmeno che cosa fosse questa malformazione ma avevo capito benissimo che era una cosa grave. Arrivata l’ambulanza mi accompagnarono a salutare il mio piccolo l’avevano intubato tutto nudo e piangeva come un disperato io non credevo ai miei occhi pensavo  non è possibile perché giusto a noi e nella mia infinita disperazione mi staccarono da mio figlio di suo mi erano rimasti solo i suoi vestiti ed il suo braccialetto tagliato. Mi feci dimettere l’indomani anche perché avevo avuto il secondo taglio cesareo e andai subito  assieme a mio marito al reparto di terapia intensivamente della Mangiagalli non vi dico prima volta che entri in quei reparti che sensazione si possono provare di infinita tristezza ci accolse il dott Ciralli e ci portò davanti alla culla di nostro figlio lui era li fermo  come se dormisse ricoperto dai infiniti fili cominciai a piangere non riuscivo a reagire ero a pezzi poi  ci invitarono a sederci e ci spiegarono cosa avrebbe dovuto sopportare quel povero corpicino di appena due giorni …, le condizioni erano stabili e cosi il prof. Torricelli decise di operarlo l’8 settembre. Furono tre ore interminabili come le nostre preghiere ma per fortuna tutto andò bene e tornammo a casa con una speranza in piu ma la strada ancora era lunga. Nel frattempo avevamo anche la nostra maggiore da coccolare e cercare di non farle pesare la situazione ma lei pur avendo solo 4 anni seppe reagire come una grande, capendo le nostre infinite assenze. Passavano i giorni e la tin diventava la nostra seconda famiglia ci affezionammo alle famose zie (infermiere) dottori e con qualche genitore diventammo pure amici ma la cosa più bella che mio figlio andava avanti come un treno lui voleva tornare a casa e con immenso stupore da parte di tutti il mio amore il 29 settembre tornó a casa.
Poi ha avuto purtroppo altri problemi non legati all’ernia ma per fortuna anche questi risolti adesso ha 15 mesi pesa 13 kg e lo chiamano leone lui è il nostro orgoglio ci ha dato una grossa  lezione di vita perché adesso il mondo lo si vede sotto un altra prospettiva …quella delle cose importanti.

Ringrazio veramente a tutti dottori Torricelli , Ciralli , la dolcissima dott.ssa Nebbia e tutte le zie che hanno amato il nostro grande amore Niccolò .        
Mamma Aurora e Papà Michele
Ps dimenticavo adora giocare a pallore dovreste vedere ogni sera quando il suo papà torna dagli allenamenti che partite che si fanno ihihihih baciooooo

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