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La storia di Roberta

Mi presento, il mio nome è Roberta e sono una bimba sopravvissuta all’intervento per ernia diaframmatica. Sono nata per Amore da un Grande Amore, dopo nove anni di matrimonio e varie peripezie. Ai miei genitori fu comunicato al quinto mese di gravidanza la presenza di una malformazione. Dapprima, i medici non capivano cosa fosse esattamente, ma un giovane tirocinante, che aveva studiato il giorno prima questa patologia, suggerí al medico, con cui mia madre era in cura, la possibile presenza di un’ernia diaframmatica.


Così nacqui al nono mese, precisamente l’8 Ottobre, circondata da una equipe medica esperta precedentemente allertata e subito fui intubata e dopo qualche ora operata. Le aspettative di vita erano basse così come le speranze dei medici. Ad operarmi fu un anziano medico con il palmo della mano più grande del mio pancino; le sue parole furono “Pregate Dio perché oggi non saranno le mie mani ad operarla, ma le sue”. Prima dell’operazione fui battezzata, così come si fa con i bambini che devono subire un’operazione appena nati, dai i miei zii che più tardi sarebbero diventati i miei padrini. L’operazione riuscì ma la speranza che superassi la notte era flebile per un corpicino di soli 2 kili e mezzo. Quella notte la superai e anche le successive.

Passai un mese ricoverata, quindici giorni in terapia intensiva. La prima volta che la mia mamma mi toccò tutti i valori cominciarono ad aumentare, come se a toccarmi fosse stato un angelo: erano le mani della creatura che mi aveva dato la vita e io le riconobbi. Il 10 novembre uscí da dell’ospedale e per i successivi tre anni continuai ad andare a controllo. 18 anni dopo sono qui, a raccontare una storia che fin da bambina mi ha accompagnato come fosse una fiaba, in cui io,la principessa riuscivo a sconfiggere un drago cattivo e circondata dall’amore crescevo amata e amando.

Ringrazio Dio per aver vegliato su me, ringrazio quel giovane tirocinante che diagnosticó in tempo quella malformazione, quel chirurgo le cui mani mi hanno salvata e tutti i medici e gli infermieri che mi hanno assistito. Ringrazio i miei zii, la mia famiglia per esser stati vicini ai miei genitori e ringrazio i miei genitori per il grande amore che mi hanno donato, per i dolori che hanno sofferto per me, per la forza che hanno avuto e son certa mi hanno trasmesso. Spero un giorno di ripagarli degnamente.


Farò della mia esistenza un capolavoro, un inno alla vita, all’amore che mi ha generato e mantenuto in vita! Perché io sono nata, stata salvata, e rinata dall’amore di tante persone.

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