skip to Main Content

La Storia di Myriam, la nostra perla preziosa

Siamo Angelo e Stefania viviamo in provincia di Reggio Calabria siamo sposati felicemente da 7 anni e dopo molti tentativi per avere un figlio…………….3 giorni prima della Santa Pasqua 2011 abbiamo saputo che io ero incinta quante lacrime di felicità da parte nostra dei nostri familiari e amici.

Da quel giorno è stato un crescendo di emozioni, felicità e incredulità perché sia io che mio marito per tanto tempo non ci credevamo, anche perché non ho mai sofferto di nessun disturbo che si può avere in gravidanza solo quando andavamo a fare un’ecografia e vedevamo la nostra bimba ci convincevamo che era tutto vero.

Maschio o femmina per noi era indifferente l’importante era: che fosse in salute.

Il 2 Settembre andiamo a fare la morfologica entusiasti di vedere la nostra Myriam in 3D e portare magari a casa un CD da far vedere agli altri, ma non è stato così.

Il dottore dopo aver controllato il cuore che era tutto a posto inizia ad avere uno sguardo un po’ più serio e ci dice che c’è una membrana del cervello che non si stà chiudendo bene e forse un altro problemino al diaframma ma per ora questo non era un problema e ci chiede di andare dopo 15 gg a Roma.

Ci organizziamo e aspettiamo di partire con tanta paura di non saper esattamente cosa potesse succedere.

A Roma dopo una lunga visita ci sediamo davanti lo staff del Bambin Gesù, dottoresse che ci spiegano che nella nostra Myriam il problema al cervello è rientrato ci sentimmo sollevati a questa notizia. Poveri ingenui. La dottoressa continua che la nostra bimba è affetta di ERNIA DIAFRAMMATICA SINISTRA io e mio marito non sappiamo cosa potesse essere ma di sicuro niente di buono.

Ci dicono che la nostra bimba deve nascere in una struttura adeguata perché il diaframma non si è formato e l’intestino e la milza sono saliti al posto del polmone che non si stà formando in quanto non ha lo spazio adeguato. Ci spiegano che è importante che Myriam alla nascita sia intubata immediatamente e che successivamente deva essere operata e per quanto il post-operatorio è tutto un’incognita, usciamo dalla clinica in primo momento confusi………………abbiamo camminato per km a piedi senza neanche sapere dove andare. Nel frattempo abbiamo iniziato a capire cosa ci avevano detto e a provare paura, rabbia nel non poter fare nulla per la nostra piccolina, lacrime di terrore durante le telefonate di amici e parenti che intanto cercavano di incoraggiarci a tanti km di distanza.

Io e mio marito di carattere siamo diversi e affrontiamo le notizie anche in modo diverso.

Io, Stefania, dopo aver pianto ho iniziato a realizzare cosa stesse succedendo e a pensare a quel che ci avevano detto i dottori cioè che la nostra Myriam ha il 70% delle possibilità che c’è la potesse fare, è vero dovrò partorire a Roma lontana dai nostri cari, non potrò prendere in braccio la mia piccola appena nata in quanto dovrà essere subito intubata e portata via al Bambin Gesù dove si cercherà di stabilizzarla e successivamente operarla e io in quei momenti non le posso essere vicina fisicamente e darle un po’ di coraggio a lei e a mio marito che sarà l’unico a poterle essere vicino. E’ vero c’è un 30% da non sottovalutare, ma io riesco a vedere di più il 70 e poi mi affido alla Madonna e poi dentro di me c’ è una vocina che mi dice che andrà tutto bene con tanti sacrifici ma andrà tutto bene.

Io, Angelo, invece sono molto diverso forse anche perché ho sofferto molto nella mia vita. Dopo il matrimonio quel che volevo è formare una mia famiglia e quando dopo tanto è arrivata questa gravidanza ero al settimo cielo per poi sprofondare nell’inferno quando ho saputo quel che stava succedendo, io di tutta questa storia vedevo solo quel 30%. Di tutte le parole che mi avevano detto i dottori nella mia testa giravano solo “può non farcela”, guardo mia moglie e la vedo tranquilla come farà? So che è preoccupata ma ha una forza diversa. La invidio un poco.

So che in quei giorni in ospedale dovrò essere forte per la mia bimba, per me e mia moglie non so come farò, gli amici mi dicono che ci riuscirò che sarà Myriam a darmi la forza, mia moglie mi dice che ci riuscirò perché in fondo sono forte………….io dico che ci sarò perché ci devo essere e che affronterò tutto con molta paura e non so come andrà e una situazione nuova e credo che nessuno sappia come si possa affrontare una cosa del genere.

Siamo saliti a Roma ogni mese per i controlli e ogni volta c’è un nuovo organo che è salito, infatti Myriam nello stesso spazio del polmoncino sinistro ha anche intestino, milza, stomaco e una parte del fegato. Il nostro ginecologo ci ha detto di pensare ad un eventuale interruzione di gravidanza ma noi non abbiamo considerato una cosa del genere se Myriam deve morire dovrà essere la Madonna a prendersela, non saremo di sicuro noi a farlo.

Siamo alla fine di Novembre sfiniti dall’attesa e ci prepariamo per trasferirci a Roma con tanta speranza di ritornare in tre e al più presto….ma sappiamo solo che stiamo partendo e poi non abbiamo nessuna certezza.

Il cesareo è previsto per il 14 Dicembre, ma la nostra Myriam non ci stà che siano gli altri a decidere e così la sera del 7 Dicembre rompo le acque………PAURA…….

Corriamo in ospedale dove ci attendono, dove è tutto pronto per l’arrivo di una bimba speciale. Io e mio marito ci ripetiamo che andrà tutto bene ci preparano e ci fanno stare sempre insieme, e la mattina dell’8 Dicembre alle 01:33 nasce Myriam, nasce il giorno della festa della Madonna. Quella Madonna che abbiamo sempre pregato e chiesto aiuto.

Myriam viene subito portata via, intubata, la vediamo per pochi secondi e ci sembra impossibile che quel fagottino così indifeso debba nei giorni successivi sopportare un’operazione e tante altre cose, ma lei per pochi secondi ci guarda e ci rassicura che andrà tutto bene in quanto anche se nata a Roma lei è comunque una Calabrese tosta (così è stata definita dai dottori).

Quella notte io e mio marito non sappiamo cosa fare, non riusciamo ancora a renderci conto di quel che era successo nelle ultime ore, abbiamo paura di essere felici abbiamo visto nostra figlia ma non sappiamo se la rivedremo. Ci sentiamo dei genitori a metà.

L’indomani io Angelo vado a vedere mia figlia, quanto è brutto entrare nella TIN e vedere quel corpicino pieno di tubi non riesco a trovare un po’ di pelle libera per accarezzarla……ma quanto è bella. I dottori mi dicono che la bimba si è già stabilizzata che i parametri sono buoni e che giorno 10 sarà operata. Intanto invio a mia moglie che è nell’altro ospedale le foto del nostro piccolo miracolo e la tengo sempre al corrente di tutto perché so quanto stia soffrendo a non stare lì con noi.

Mattina del 10 mi faccio dimettere dall’ospedale e corro da mia figlia per starle vicino come ogni mamma vorrebbe fare. Quella stessa mattina facciamo battezzare Myriam ma l’operazione viene rimandata all’indomani perché è arrivata una bimba più grave. Ci sembrava strano che ci potesse essere qualcuno più grave della nostra Myriam allora ci guardiamo intorno e vediamo tanti altri genitori che soffrono, iniziamo a fare amicizia a rassicurarci l’uno con l’altro a sentire storie diverse ma tutte drammatiche e a capire che chi non vive in prima persona quei luoghi di dolore non può assolutamente capire cosa sia il dolore.

Siamo a giorno 11 entriamo per salutare la nostra bimba che è circondata da dottori, da macchinari e ferri vari che serviranno per l’operazione, ci fanno firmare vari documenti e ci dicono che l’operazione durerà tra le 2 e le 4 ore. Usciamo in lacrime, aspettiamo e preghiamo. Passano 35 minuti esce la dottoressa e ci dice che l’operazione è terminata, dopo qualche minuto di smarrimento e di paura credevamo che non avessero potuto operare Myriam, ci spiega che si è formato un sacco che ha trattenuto tutti gli organi che erano saliti così l’operazione è stata più semplice. Questo sacco durante i vari controlli non si era visto, per noi quel sacco era la mano della Madonna. Gli attimi successivi sono stati un miscuglio di emozioni, ridevamo piangevamo gridavamo ci abbracciavamo eravamo increduli, certo non era ancora finita ma era un gran passo avanti. I giorni successivi Myriam ha fatto passi da giganti. Ha iniziato a mangiare, a respirare da sola, è stata trasferita di reparto, anche i dottori sono increduli di come Myriam proceda velocemente. Abbiamo iniziato a prenderla in braccio a darle il ciuccio, cambiarle il pannolino cose normalissime ma che per noi erano cose meravigliose cose che non credevamo possibile fare. E poi il 24 dicembre la grande notizia, Myriam viene dimessa. Credevamo impossibile che arrivasse quel giorno invece abbiamo preso la nostra fortissima bimba, abbiamo caricato tutto sulla macchina e via verso la Calabria verso casa dove ci attendono tutte le persone che ci sono state vicine.

I controlli successivi sono andati bene e ora che sono passati 4 mesi e guardiamo la nostra perla preziosa crescere, non ci sembra vero averla tra di noi bella vispa. Non ci sembra vero aver sofferto tanto aver consumato litri di lacrime.

Siamo sicuri che è stato un miracolo un meraviglioso miracolo.

Stefania e Angelo

Back To Top