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La Storia di Giorgia la nostra guerriera

Siamo Sara e Gabriele ed oggi vi raccontiamo la storia della nostra guerriera Giorgia.

A dicembre 2021 rimango incinta, e siamo felicissimi di poter dare compagnia al nostro primo amore Alessandro; la gravidanza procede bene, qualche nausea e un po’ di stanchezza, ma sostanzialmente bene; le prime ecografie sono quelle di un feto “normale” e quindi noi continuiamo con serenità questo meraviglioso percorso, e a fantasticare su come sarà quella bambina o bambino, a chi somiglierà di più e desideriamo con tutto il cuore che sia femmina.

Poi arriva il 5 aprile 2022: il giorno della morfologica all’ospedale di Udine, il giorno in cui avremmo dovuto scoprire solo il sesso; invece è stato il giorno in cui ci siamo visti crollare il mondo addosso.

Durante l’esame, l’ostetrica si rivolgeva alla sua collega facendole domande strane riguardanti gli organi di Giorgia, e noi iniziamo a percepire che c’è qualcosa che non va, e col cuore in gola continuo a guardare Gabriele, che a gesti cercava di tranquillizzarmi; ogni tanto chiudevo gli occhi con la speranza di potermi risvegliare da quell’incubo, ma ciò non accadeva, anzi, ad un certo punto ci troviamo diversi medici nella stanza che ci devono parlare della nostra bimba “speciale” (quindi era una femmina! Quello che desideravamo): Giorgia ha un buco molto grande nel diaframma che ha provocato lo spostamento e la risalita di alcuni organi, tra cui il fegato, punto cruciale della patologia, e definiscono tutto ciò con ernia diaframmatica, ma quei medici e quell’ospedale non é in grado di seguirci, così ci fissano per il giorno dopo una visita di II livello urgente a Padova.

Prima di congedarci, mi fanno l’amniocentesi e ci fanno dei prelievi ematici per gli studi genetici; inoltre iniziano ad accennarci alla possibilità di poter interrompere la gravidanza.

Interrompere cosa? Non esiste, qualsiasi cosa sarà, lotteremo e andremo avanti uniti per la nostra bambina.

Facciamo la visita a Padova e dopo qualche giorno a Milano, sperando invano di avere risposte diverse e migliori rispetto a quello che si vedeva in Giorgia; ma così non è.

In pochi giorni prendiamo coscienza che la nostra bambina ha qualcosa di molto grave, quindi cerchiamo per lei il centro migliore in Italia dove la potranno seguire: arriviamo così al Bambino Gesù di Roma.

Alla visita veniamo travolti da un’ondata di umanità e sostegno: conosciamo la dottoressa Fabietti, chirurgo fetale e la dottoressa Aite, psicologa, e tutta l’equipe che ci seguirà durante la gravidanza e, in quel momento, speriamo anche dopo.

Purtroppo la dottoressa Fabietti ci conferma la diagnosi: Giorgia è affetta da ernia diaframmatica sx congenita e le sue possibilità di sopravvivenza alla nascita sono del 25%.

Ci viene proposto l’intervento del palloncino, e anche se devastati dall’ennesima conferma della gravità della patologia, accettiamo di farlo senza pensarci due volte, perché nonostante tutto siamo certi che la nostra guerriera ce la farà, e soprattutto perché capiamo di essere in ottime mani.

Nel giro di pochi giorni decidiamo anche di iniziare una nuova vita a Roma, dove ci trasferiamo definitivamente a fine maggio.

Il 26/5 faccio il primo intervento di plug all’ospedale San Pietro Fatebenefratelli, una paura immensa ma fortunatamente va tutto bene e torno a casa; la fortuna è che mentre Gabriele é al lavoro, c’è Alessandro con me tutto il giorno, e lui mi aiuta a superare quelle giornate infinite che trascorrono lente.

Facciamo la visita di controllo dopo due settimane e scopriamo che il polmoncino sano di Giorgia é raddoppiato; siamo felicissimi, positivi e speranzosi, e ci prepariamo per il deplug del 23/6.

Anche il secondo intervento va bene e una volta dimessa, proseguiamo con le visite di controllo, e assoluto riposo, fino a quando alla visita del 13/7 viene fissato il cesareo per il 4/8; ma Giorgia il giorno dopo, cioè il 14/7 alle 7 del mattino mi rompe le acque: io piango, piango disperata perché è troppo presto perché lei nasca; chiamo subito la dottoressa Fabietti che mi tranquillizza e mi indirizza all’ospedale San Pietro; disperata chiamo Gabriele che era già al lavoro, che poco dopo corre a casa e col cuore in gola corriamo in ospedale.

Alle 17:07 dello stesso giorno, a 34settimane+6, Giorgia nasce con taglio cesareo d’urgenza e appena esce dalla pancia, lei emette un gemito, e per me è solo un altro segnale che ce la farà.

Prima di portarla via per intubarla me la fanno vedere: è bellissima ed era come l’avevamo sempre immaginata.

Pronta, la trasportano al Bambin Gesù, e Gabriele è con lei e mi aggiorna minuto per minuto sulle condizioni della nostra guerriera; rimane stabile per i 3 giorni successivi; io il 17/7 vengo dimessa e Gabriele mi porta da lei in TIN: è così piccola in quel letto enorme ed è piena di tubicini.

Il 18/7 Giorgia viene operata e l’operazione va bene, anche se complessa, perché il buco nel diaframma era molto grande e lei ha perso un po’ di sangue; la chirurga ce la fa vedere: ha ancora più tubicini degli altri giorni e quella culla sembra sempre più grande.

Piano piano va avanti, a volte fa qualche passetto indietro, ma noi la sosteniamo a prescindere e lei lo sente, siamo con lei ogni giorno per tutto il giorno e lottiamo con lei; dopo 17giorni la prendiamo in braccio, che giorno meraviglioso! Io piango, questa volta solo di gioia!

Da qui è tutto un susseguirsi di miglioramenti: i tubicini diminuiscono finché decidono di estubarla e metterle le cannule, mangia tranquillamente il mio latte dal biberon (così tirarmi il latte ogni tre ore prende senso!) ed inizia a rimanere un po’ più sveglia.

Il 4/8 la trasferiscono in chirurgia neonatale; qui le giornate passano più velocemente: la possiamo prendere in braccio quando vogliamo, cambiarle il pannolino e darle da mangiare.

Dopo varie prove per toglierle la respirazione assistita, Giorgia respira autonomamente!

Ed ecco il 23/8 il nostro giorno più bello: Giorgia è pronta per tornare a casa! Noi siamo increduli, ma da quel momento rinasciamo come famiglia.

Penso che non dimenticheremo mai le parole del chirurgo neonatale sul percorso di Giorgia: “È stata una bambina che ha ribaltato la scienza! Data la gravità della sua situazione in gravidanza, nessuno avrebbe mai pensato che in sole 6 settimane sarebbe stata dimessa!”.

Con la nostra storia, vorremmo sostenere tutti quei genitori che si sono appena affacciati al mondo dell’ ernia diaframmatica, soprattutto severa, lanciando un messaggio di speranza: la scienza è fondamentale per queste patologie, ma la positività e il sostegno ai propri guerrieri è alla base, a prescindere dalle percentuali. Anche per noi ci sono stati momenti di sconforto durante questo percorso e la cosa che più ci ha afflitto è stato spiegare ad Alessandro quello che aveva la sorellina tanto desiderata, ma non abbiamo mai smesso di credere in Giorgia, nei medici e di rimanere uniti tra di noi.

Infine vogliamo ringraziare tutta l’equipe del Bambino Gesù per tutto quello che ha fatto per la nostra guerriera, ma un ringraziamento particolare lo rivolgiamo alla dottoressa Fabietti, un angelo sulla terra che ci ha trasmesso speranza e conforto, e alla dottoressa Aite, la psicologa che ci ha sostenuto come se fosse stata la nostra migliore amica.

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