La storia di Paola
Finalmente ce l’abbiamo fatta ,sono trascorsi più di 2 anni ma siamo qui a raccontare la storia della nostra piccola Paola, la sua battaglia e la sua vittoria raccontata come se fosse lei a parlare .
La mia storia inizia da quando ero un piccolo gamberetto nel pancione di mamma (4 mesi di gravidanza).
La mamma e il papà andavano spesso dal dottore per vedermi e sentirmi, quando cominciavo a crescere e muovermi il medico schiacciando sulla pancia della mamma diceva che c’era qualcosa di strano, qualcosa che non andava per il verso giusto, il mio stomaco si trovava vicino al cuore (troppo in alto). Io non sentivo niente in quel pancione ,mi sentito protetta dalle carezze della mamma ma tutti dicevano che cosi non andava bene. Qualche giorno dopo la mamma fece un esame approfondito e il suo cuore lo sentivo battere a mille e la sentivo triste, poi capì perchè: il mio problema si chiamava ERNIA DIAFRAMMATICA SIN. MAH!! Un vero parolone che in quel momento neanche la mamma e il papa’ sapessero cosa fosse. Da quel momento non sentivo più mamma sorridere, sempre preoccupata fino a quando non andammo in un grande ospedale chiamato BAMBIN GESU’ dove tanti bravissimi medici ci spiegarono cosa fosse: c’era un buco nel diaframma che faceva risalire tutti gli organi dal mio pancino nel torace non facendo crescere il polmone, quindi fuori dal pancione non avrei respirato. I medici mi diedero il 60% di possibilità di vita perchè era in uno stadio medio grave. Mentre i medici spiegavano io sentivo la mia mamma dire a bassa voce che non voleva perdermi , che non voleva che lasciassi quel pancione.
Io dovevo nascere e affrontare delle sfide ,mi avrebbero trasferito in ospedale e poi se tutto procedeva per il meglio dovevo affrontare un intervento che mi riposizionava tutti gli organi al loro posto.
I giorni passavano e andavamo spesso a Roma ,io crescevo e mi facevo sentire anche per rendere felice i miei genitori e il mio fratellino Raffaele che mi riempiva di carezze e mi parlava, loro mi dicevano di essere forte, “una leonessa”, di cacciare le unghie ma io non riuscivo a capire cosa mi aspettava.
Arrivò il tanto atteso giorno 23/12/2013 ,una dottoressa mi fece uscire dal pancione e tutti dicevano che non dovevo piangere ma mi uscì uno strillo che un po’ mi complicò le cose. Il primo che vidi fu il mio papà poi tanti medici mi assalirono e mi riempirono di tubi e fili e mi posizionarono in una casetta (incubatrice). Un piccolo salutino alla mia mamma e di corsa nell’ ospedale Bambin Gesù.
Mi misero in una stanza attaccata a tanti macchinari (TIN), respiravo tramite un grosso tubo in bocca che mi faceva muovere il torace velocemente( respirazione meccanica). Sono stata li per 2 giorni e poi mi hanno operato. Un intervento di 2 h con un taglietto sul pancino e ancora 15 gg li sempre dormendo e attaccata a tante macchine. Passarono 28 gg e iniziavo a reagire, a mangiare poco poco tramite un tubicino nel naso molto fastidioso che spesso mi faceva vomitare , ma i medici decisero di mandarmi a casa…sembrò tutto facile solo quando una rx di controllo vide che il mio buco si era riaperto ed io dovevo affrontare un secondo intervento( recidiva). Stavolta avrebbero messo una “toppa”(patch) a questo buco. Dopo una settimana vengo riportata in sala operatoria per 3h e di nuovo un taglietto sul pancino. Passano altri 10gg e lotto tanto col dolore ma mi riprendo man mano. In totale 55gg in questo grande luogo ma finalmente il 12/2/2014 vedo la prima volta la mia dolce casa e tutti pronti a coccolarmi. Adesso e’ tutta un’altra storia ,i dottori li vado a trovare una volta all’anno e come mi raccomandavano mi sento una leonessa.
E’ stata dura ma grazie a Dio Paola ce l’ha fatta.
Un fortissimo grazie a FABED IN PARTICOLARE A Letizia Mauri che ci ha accolto come una famiglia e non ci ha fatto sentire abbandonati in questa esperienza che può essere un abisso profondissimo!!!
Elisa e Michele