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La Storia di Serena Maria

La nostra storia inizia il 17 settembre 2014….. due giorni prima abbiamo fatto ecografia a pagamento e sappiamo che stiamo aspettando una bimba, mio marito e io siamo al settimo cielo.

Dopo due giorni il 19 settembre vado a fare ecografia morfologica all’ospedale con mia mamma. Il ginecologo inizia dal viso e dice che va tutto bene, poi scende e inizia a soffermarsi vicino e sul cuore, guarda e guarda in silenzio e inizia la mia ansia, guardo mia mamma e leggo sul suo viso preoccupazione. Pensai che c’era qualcosa al cuore che non andava perchè il ginecologo rimaneva lì. Mi faccio coraggio e dico “C’è qualcosa che non va?” non avrei mai voluto sentire quelle parole del ginecologo che mi dice si c’è qualcosa che non va, lo stomaco non è al suo posto. Io non capii. Mi dice che lo stomaco è risalito in alto e che la bimba non può nascere in quello ospedale perchè alla nascita va intubata e operata e poi tutto si risolve comunque si augura di essersi sbagliato e mi manda in altro ospedale a fare ecografia di terzo livello. Esco nel corridoio arrivo alla porta per uscire e inizio a piangere. La prima gravidanza tanto attesa e con la bimba con problema. Penso a come dirlo a mio marito lo chiamo e gli dico la bimba ha piccolo problema quando nasce deve essere operata e si risolve tutto.

Quando torno a casa passo da mio fratello gli spiego la cosa e subito mi dice non andare a vedere su internet e io faccio come dice. Il giorno dopo siamo in altro ospedale per ecografia di terzo livello e il dottore conferma ernia diaframmatica e così mi manda ancora in un’altro ospedale di cui non cito il nome.

Il giorno seguente mio fratello viene a pranzo e dopo aver letto su internet ci spiega un pochino le cose a me e mio marito ma noi siamo molto fiduciosi capiamo che appena nasce va intubata e operata e la cosa è risolta. Comunque il 22 settembre abbiamo visita con altra ginecologa in ospedale di cui non cito il nome e mio fratello mentre siamo a pranzo dice voglio venire anch’io e io gli dico non serve e lui insiste vengo pure io.

Poi mi dice che devo prendere appuntamento al Mayer con Dott. Cariati. E io dico non serve sono seguita da altra parte e lui insiste te devi andare lì, e io rispondo no e lui insiste, ha talmente insistito che ho dovuto cedere. E lo devo ringraziare tanto tanto tanto per questo. Chiamo il Mayer per l’appuntamento ma non era il giorno giusto per prenderlo, gli spiego che ho urgenza di vedere questo dottore così molto gentilmente mi danno e-mail e subito la mattina gli scrivo e dopo pranzo il dottore mi chiama e molto gentilmente mi da appuntamento per il 22 settembre ore 18:30 al Mayer. Ringrazio il Signore per avermi fatto trovare una infermiera così gentile e il dottore così disponibile.

22 settembre 2014 ore 08:00 della mattina in ospedale di cui non cito il nome arriva ginecologa mi chiama per ecografia, entra con me e mio marito anche mio fratello.

Inizia ecografia conferma ernia diaframmatica sinistra, e mi dice: “Le hanno spiegato in cosa consiste”? Io rispondo si mi hanno detto che la bimba appena nasce va intubata e poi operata e tutto è risolto.

E lei mi risponde: “ Signora non è proprio così” e a me arriva una fitta al cuore. Inizia a spiegare che nel diaframma c’è un buco e che lo stomaco è risalito in torace e per questo comprime i polmoni… e continua a dirmi con questa patologia c’è il 50% di probabilità di morte. E io inizio a piangere.

Mio fratello seduto dall’altra parte dice si ma anche il 50% di probabilità di sopravvivenza. E lei ribadisce che i bambini affetti di questa patologia il 50% non ce la fanno.

Mio marito piange pure lui si fa forza e mi viene a stringere la mano. Io dico alla dottoressa beh se l’hanno vista per tempo abbiamo tutto il tempo per programmare la cosa ed è positivo. Io volevo tanto qualche buona notizia, una speranza. E lei molto stietta risponde: “No signora avendola vista per tempo è peggio vuol dire che i polmoni si svilupperanno di meno, quindi meno probabilità di farcela”. Poi mi parla della possibilità di mettere quando ancora in utero un pallocino in gola per aiutare bimba però bisogna andare a Milano e vedere se si rientra nei parametri giusti. Io non capisco più niente non capisco perchè la mia bambina non può rientrare nei parametri, non capisco se devo pagare qualcosa, non capisco più…..vedevo la mia bambina già morta.

Poi continua ecografia e inizia a parlare che questa patologia in molti casi è legata a difetti cromosomici mi dice che devo prendere appuntamento per fare amniocentesi e poi decidere se abortire oppure no. Mi dice che il tempo che mi rimane per aborto terapeutico è poco mi devo sbrigare a decidere. E mi guarda come la decisione più giusta fosse quella.

Così fissa appuntamento dopo due ore con genetiste e poi con il chirurgo che la dovrà operare. Usciamo dall’ospedale io e mio marito in piene lacrime con lui che mi dice “Questo è il giorno più brutto della mia vita”. Io l’abbraccio e gli dico che il Signore ci aiuterà che andrà tutto bene.

La prima nostra bambina tanto cercata a 36 anni e ti dicono che aveva solo il 50 per cento di farcela è una batosta grossa, ringranziando Dio fisicamente sono forte e poi lui mi ha dato la forza perchè altrimenti a una notizia così essendo incinta non so cosa poteva succedere.

Andiamo all’incontro con le genetiste. Mi danno mega fogli da riempire, e inizio a riempire intanto mio marito è fuori che piange e mio fratello cerca di farlo ragionare e lo consola, e io chiamo la mia migliore amica e lei mi consola e mi dice di farmi forza e che lei prega per me e che andrà tutto bene e mi da serenità.

Ci chiamano le genetiste entriamo in quella stanza ci mettiamo a sedere iniziano a parlare di sindrome di Down, di cromosomi, di genetica, di aborto…. Mio fratello esce dalla stanza.

Io non voglio abortire e loro continuano… sono io che la porto in pancia da cinque mesi e che io la sento muovere e scoppio a piangere ed esco fuori. Arriva mio fratello che mi dice che succede, io gli rispondo “mi vogliono portare via la mia bambina” e lui mi abbraccia e io piango e mi sembra che il cuore mi scoppia non scorderò mai più quel abbraccio. Si mi sembrava che mi volevano strappare la mia bambina. Allora lui mi dice che ho già deciso cosa stai a fare, prendi e vieni via. Entro nella stanza e quelle mi guardano come fossi matta a portare avanti la gravidanza come se in pancia ci fosse un mostro, gli dico che ci penso con calma e con mio marito prendo e me ne vado. Usciamo e continuano le lacrime.

Andiamo con mio fratello a mangiare e lui inizia a farci vedere il lato positivo, il bicchiere mezzo pieno, e poi abbiamo sempre appuntamento con dott. Cariati aspettiamo e sentiamo.

Passate tutte quelle ore con angoscia e pianti e preghiere arriva l’ora di fare visita con dott. Cariati al Mayer. Dalla mattina alle otto alla sera alle 18:00 pensate che giornata lunghissima… e in più ero sveglia dalle cinque perchè abito a due ore e mezza da Firenze… le ore, i minuti i secondi non passavano mai… Quello fu per me un giorno che durò un anno per la sua intensità e lunghezza.

Entro al Mayer e già sono più tranquilla perchè a vederlo dal fuori non sembra neanche un ospedale e già questo è positivo e mi rasserena. Entro nella stanza del dottore, mi stendo sul lettino e inizia ecografia, molto tranquillamente mi conferma che c’è ernia diaframmatica sinistra, e mi dice che ernia sinistra è meglio della destra, e io inizio a respirare un pochino, poi mi dice che l’ottanta per cento dei casi sono isolati non collegati ad altre patologie e lì mi si solleva il cuore, continua ecografia e con molta gentilezza mi spiega le cose. Guarda tutta la bimba. Mi dice che cuore è apposto e che oltre all’ernia la bambina non ha altro. Finisce ecografia e il dottore con un mega sorriso rassicurante inizia a spiegarmi tutto.

Io gli dico che non voglio abortire. E lui mi risponde: “Signora chi ha parlato di aborto?” Infatti lui non ne aveva parlato ma io ero rimasta scioccata dalla mattina dall’altra dottoressa.

Inizia a dire che la sopravvivenza al Mayer è alta, che se le condizioni della bimba sono gravi li mettono palloncino in gola lì proprio al Mayer per aiutarla, (altro che Milano dove mi mandava quell’altra dottoressa!!!!!), che mi seguiranno durante tutta la gravidenza, che mi faranno il cesario lì e poi prenderanno subito bimba per intubarla e aiutarla a respirare… E pure io inizio a respirare profondamente. Mi ricordo ancora il sorriso rassicurante mentre mi dice queste cose e penso ho fatto bene a essere venuta qui. Devo ringraziare mille volte mio fratello e il Signore che ci ha accompagnato in questo posto.

Usciamo di lì e torniamo a casa con una mattinata che eravano precipitati nel peggior incubo ci poteva accadere e con il pomeriggio risollevati di morale e felici di aver incontrato quel dottore. Mentre siamo in macchina dico a mio marito che inizio a impazzire perchè mentre faceva ecografia al viso della bimba io l’ho vista sorridere, e lui mi risponde pure io.

Con quel sorriso della mia bambina mi faccio forte, e vado avanti. Dai primi giorni che avevo saputo di essere incinta non vedevo l’ora che nascesse per vederla o vederlo, da quando mi hanno dell’ernia diaframmatica avrei solo voluto portare la gravidanza fino a 18 anni di età se seriviva alla mia piccola per sviluppare i polmoni ed essere fuori pericolo.

Per prassi devo fare incontro con genetiste e altra ecografia cuore. Facciamo incontro con genetiste ma stavolta la signora che ci incontra è tutta un’altra cosa ci spiega le cose ma non ci guarda come matti ne ci giudica. Finito incontro anche lei viene a vedere ecografia cuore. Ecografia cuore non c’è niente tutto bene. E così da settembre siamo seguiti al Mayer. Io non ho voluto fare amniocentesi per vedere se la bimba aveva altri problemi. Tanto avevo già scelto non avrei potuto abortire.

La strada dell’aborto era quella più facile ma non la più felice; e io segui la strada più difficile. Dopo aver preso la decisione di tenere la bambina mi venne dentro una serenità e una forza mega, sapevo che era stata la scelta giusta e sapevo essendo credente che il Signore a suo modo mi avrebbe aiutata e dato la forza per andare avanti…e fu così. E quanta forza mi ha dato il Signore. Accettai tutto e lascia tutto nelle mani del Signore. Pregavo che mi dasse la forza a me ma soprattutto a Simone e che aiutasse Serena, e tante volte mi dicevo che se la voleva come angelo andava bene…. e quando lo pensavo mi veniva un nodo in gola e Serena scalciava forte nel pancione… lei non era d’accordo.

Da settembre in poi io e mio marito ne abbiamo passate di tutti i colori. Le varie avversità che ci sono nella vita e anche di più, un sacco di problemi, sembrava che il mondo si fosse accanito contro la nostra piccola ma lei scalciava così forte in pancia come a dirmi mamma non pensare alle brutte cose io sono forte. E come nasceva un problema dall’altra parte vedevo sempre una mano dall’alto che ci aiutava, sosteneva e proteggeva. Quante preghiere abbiamo detto…quante persone hanno pregato per noi!!! Le ringrazio tutte di cuore.

Iniziò così il nostro percorso al Mayer. Ogni due settimane ecografia per vedere e controllare cuore, crescita e flussi. Un giorno dopo ecografia dove ci fu la misurazione del polmone per vedere quanto era sviluppato avevamo incontro con il chirurgo che avrebbe operato la bambina e con il responsabile della terapia intensiva neonatale. Quella mattina incontrammo il dott. Fiorini che ci spiegò come avrebbero agito alla nascita sulla bambina e visto il risultato dell’ecografia ci disse che la sopravvivenza era del 50 – 60% di possibilità e non era poco e lui parlava con sicurezza e a noi cresceva la fiducia, poi arrivò il chirurgo il dott. Noccioli che appena lo presentarono lui mi gurdò e mi fece un mega sorriso.

Quel sorriso non lo scorderò più mi diede una serenità, una tranquillità e la certezza che sarebbe andato tutto bene e che la mia piccola era in buoni mani. Sapevo che essere andata al Mayer era stata la scelta giusta, sapevo e sentivo che il Signore aveva fatto in modo che fossi andata lì. Al Mayer mi hanno sempre controllato hanno fatto anche risonanza magnetica al feto per avere ancora più certezze della situazione, e infatti risonanza era come ecografia tale e quale solo che diceva punta fegato erniata questo lo abbiamo capito in seguito il perchè.

In tutta questa brutta situazione una buona cosa ci fu che dall’inizio della gravidanza fino alla fine io sono stata bene e quanto ho lottato, e l’altro miracolo che dall’inizio che avevano scoperto l’ernia fino alla fine della gravidanza il valore del polmone sviluppato era rimasto invariato non era peggiorato.

I mesi passavano fra ecografie, preghiere, paure, speranze, e un mare di emozioni e sensazioni. La paura più grande per me era quella di non portarla a casa. Quante volte mi sono vista una piccola bara bianca davanti agli occhi…….

Per mio marito la paura più grande era quello che aveva anche altre patologie e non sapere come affrontarle.

Passate le feste di Natale ci avviciniamo a Firenze la mia gravidanza finiva il 2 febbraio ma i dottori volevano che mi avvicinassi giù e avevano ragione… una mattina mi fanno ecografia e mi dicono che bisogna fare il cesareo lunedì 19 gennaio alle ore 08:00 perchè c’era possibilità partisse il parto visto che il liquido amniotico era aumentato. Domenica alle 17:00 mi ricoverano e iniziò la preparazione per il cesareo per la mattina dopo, passata la notte come non mi ricordo….. arriva la mattina, i primi ad arrivare mio fratello e mia cognata, poi arriva mia mamma e mio marito appena arriva inizia a piangere, gli dico vedrai andrà tutto bene. La bambina Serena nasce alle nove e nove minuti di lunedì 19 gennaio 2015 kg. 2.660 la prendono subito per intubarla e io neanche la vedo. Dopo un pochino di tempo mentre sono sempre in sala operatoria entra dottoressa si avvicina a me e dice Serena è viva, scoppio a piangere….. finito il tutto mi portarono in camera. Intanto mio marito e tutti i parenti erano fuori e hanno visto passare Serena nell’incubatrice per essere portata in terapia intensiva neonatale.

Quando ero in camera arrivano i parenti con felicità perchè è nata Serena ma allo stesso tempo siamo tutti con il fiato sospeso… eh si perchè fino ad allora la bimba in pancia stava bene ma da ora in poi lei doveva lottare e lottare tanto. Le infermiere gentilissime mi chiamano mamma ma io non realizzo ancora di esserlo, e intanto ero felice per la nascita ma stavo con il fiato sospeso in attesa che tutto andasse bene. Anche in situazioni così difficili si può essere felici quando si riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno e io lo vedevo era nata Serena, era viva, ero felice.

Mio marito passate qualche ore andò in terapia intensiva a vedere come stava la bambina e appena rientrò in camera gli chiesi come stà la bambina e lui mi abbraccio e rispose “è bellina”, ho capito, ma come sta la bambina e lui di nuovo “è bellina” , ma che vuol dire è bellina come sta? Lui mi risponde è bellina ed è stabile. Per lui quel bellina voleva dire ha solo l’ernia non ha altro. Stabile quante volte ho sentito questa parola.

Nel pomeriggio la bambina è stata battezzata, il prete è venuto nella mia camera per parlare del battesimo e poi insieme a mio marito, al padrino e la madrina sono andati in terapia intensiva per amministrare il battesimo a Serena purtroppo io ero a letto, appena usciti dalla stanza io dal letto avrei voluto gridarli dagli anche il nome Maria ma era troppo tardi perchè erano già lontani. Mio marito sapeva che avrei voluto darle anche questo nome ma sicuramente fra emozioni varie non si sarebbe mai ricordato. Ma la divina provvidenza….. il prete mentre davano il battesimo chiese quale era il secondo nome. Mio marito rispose Maria. Ed ecco la mia bambina Serena Maria… era stata messa sotto la protezione della Vergine Maria. Poi rientrati in stanza chiesi com’è andata e lui rispose bene ha aperto un secondo gli occhi quando gli ha dato l’acqua e poi il prete ha chiesto del secondo nome e io ho risposto Maria. Non potete capire l’emozione che provai. Capii che il Signore e la mano di Maria Santissima erano sulla mia bambina. Anche il nome Serena è stato scelto dalla provvidenza ma questa storia la tengo custodita gelosamente nel mio cuore. E la mano del Signore c’era ogni giorno!!! Un particolare che mi ricordo quando contattai il prete per il battesimo il giorno prima o due giorni prima non ricordo bene era sceso in quell’istante dall’aereo dopo essere stato a Fatima e per me significava tanto….

Passati i primi tre giorni dal cesareo riuscii ad alzarmi e andare a vedere la bambina…. appena la vidi provai una grande emozione era la mia piccolina come era bella anche con il tubo in gola e quello che mi meravigliò di più era vedere la bambina senza nessun tipo di sofferenza nel volto era Serena di nome e di fatto.

Il quarto giorno visto che la bambina era stabile, Serena da quando era nata e fu subito intubata è stata sempre stabile non ha fatto mai un cedimento o un passo indietro, venne operata l’operazione andò bene l’unica cosa che l’ernia era peggio di quello che avevano visto ma sapevamo che poteva essere meglio come peggio, e quindi hanno messo il patch per questo motivo risultava una parte di fegato risalita, infatti il diaframma non aveva il buco ma da quella parte non si era proprio creato. Ora dovevamo aspettare le 24/48/72 ore, ore interminabile ma ogni ora che passava cresceva la speranza. La prima notte dell’operazione fu lunghissima ogni mezz’ora guardavo l’orologio e facevo i conti di quante ore erano passate e più passavano le ore e più mi dicevo era segno buono e intanto pregavo. E i giorni e le ore passavano e Serena era stabile, e continuava ad esserlo e passarono le 24 poi le 48 poi le 72 ore e ogni ora che passava e ogni giorno che passava lei faceva un piccolo grande passo in avanti, perchè lei era forte anzi fortissima con una grande voglia di vivere. Si quella voglia di vivere che noi grandi ci siamo scordati.

E mamma e papà lottavano con lei l’accarezzavamo e le parlavamo, io le leggevo le fiabe, le cantavo, e gli raccontavo la sua storia e gli dicevo che la principessa Serena doveva lottare contro quel brutto mostro dell’ernia diaframmatica una volta sconfitto mamma, papà e la principessa Serena avrebbero vissuto felici e contenti e lei sembrava che ascoltava e capiva perchè ogni giorno migliorava. Iniziò a essere meno sedata ad aprire gli occhi e il primo che vide fu il suo grande papà, che emozione!!!!!

Poi fu staccata dalla prima macchina della respirazione e passata a una più leggera, stava per essere estubata mi ricordo bene entrai quella mattina in tin appena mi avvicinai alla mia piccola notai che era vestita si gli avevano messo un pagliaccetto bianco coi fiori blu che emozione……. la mia piccolina vestita da donnina…. l’infermiera dagli occhi blu gentilissima che seguiva Serena mi disse vedrai che in giornata la stubano che felicità.

Andai a tirarmi il latte alla banca del latte presente al Mayer tutta felice pensando che quando rientravo la trovavo senza tubo invece non fu così. Il giorno lo passai aspettando che estubavano Serena ma purtroppo non fu così anzi gli fecero una lastra e purtroppo risultò che gli era venuto un versamento pleurico, io ero in terapia intensiva da sola perchè il suo papà era a casa con l’influenza. Ho fatto quasi una settimana da sola in Tin e che ci è passato può capire quanto sia duro stare lì dentro da soli, ma io ce la facevo bene perchè ogni giorno Serena migliorava e lo vedevo perchè vedevo abbassati i valori delle medicine non perchè lo chiedevo ai medici a loro non chiedevo mai niente non ci riuscivo… avevo troppo paura.

Dalla lastra risultò un versamento pleurico che era quasi normale gli venisse, quando me lo dissero presi quasi un colpo non capii più nulla, pensai di perdere Serena, uscii dalla terapia e c’era mia mamma con me e inizia a piangere e a pregare. Chiamai mio marito piangendo gli spiegai la situazione e lui guarito dall’influenza infatti doveva venire giù il giorno dopo, partì subito. Ma Serena era forte e superò anche questa.

Si la mia piccolina era una grande donna, forte e coraggiosa. Dopo qualche giorno il versamento si riassorbì e Serena fu stubata. Trovarla senza quel tubo in gola fu bellissimo. Eravamo al settimo cielo. Furono messi occhialini al naso e macchina sempre più leggera che l’aiutava per la respirazione. Serena ci prendeva il dito e stringeva forte. Come era forte!!!!!

Dopo 23 giorni l’abbiamo presa in braccio e come ci stava volentieri e poi ho iniziato ad allattarla al seno, che emozione!!!! E poi a cambiarla a prenderci cura di lei.

Per grazia ho avuto il latte e lo ho avuto per un anno… pensate se non è stata un piccolo miracolo pure questo, stress da settembre, non mi sono mai fermata un minuto in gravidanza, ho fatto il cesareo, i pensieri per la bimba, la paura del versamento… tante grazie il Signore mi ha fatto.

Ogni giorno migliorava e il 18 febbraio Serena fu mandata in reparto dopo 30 giorni di terapia intensiva e io ero con lei sempre l’allattavo e accudivo ho iniziato a fare la mamma. Il 23 febbraio giorno di compleanno di mio marito arrivò la bellissima notizia domani la dimettiamo. Non ci fu compleanno migliore per lui. Eravamo felici iniziavamo a vedere la luce alla fine di quel tunnel iniziato il 17 settembre e il 24 febbraio hanno dimesso Serena. Ci siamo fermati a Firenze fino al 6 marzo per il primo controllo e per essere più vicini solo per essere più sicuri…. sapete come sono le mamme. Andiamo al controllo con tutte le mie preoccupazioni e alla visita tutto andava bene. Il 6 marzo Serena è entrata a casa sua e si è trovata subito bene. Ci sono tante cose che non ho scritto perchè ci vorrebbe un libro da settembre al 6 marzo per descrivere tutto quello che abbiamo passato. Ho scritto le cose più importanti per dare una speranza e un’aiuto con questa testimonianza a tutti quei genitori che hanno scoperto di aspettare un bambino con ernia diaframmatica, date una speranza al vostro bambino e poi sarà lui a lottare per la vita. Quando guardo Serena ci sorride sembra che ci voglia dire Grazie, grazie per aver creduto in me, e ha il solito sorriso di quel giorno dell’ecografia uguale bellissimo quel sorriso che mi rassicurò. Quando mi guarda sembra dirmi ci penso io.

Mentre i mesi passavano con poppate, vita normale e varie visite… purtroppo ci attendeva un’altra brutta esperienza… quando ormai sembrava lontano l’idea di una recidiva…. al compimento del suo primo anno Serena si è verificata la recidiva, una parte del patch si era staccata e anse intestinali erano risalite nel polmoni… rioperata di urgenza sempre al Mayer… Serena è riuscita a passare anche questa e oggi la bimba ha quattro anni e mezzo. Anche in questa storia abbiamo passato dei brutti momenti abbiamo rischiato di perdere Serena…. ma lei ha superato anche questa grazie a Dio.

Serena è una bambina come tutte le altre… anzi no tutti mi dicono che lei negli occhi ha una mega voglia di vivere una luce diversa e una forza diversa.

Voglio fare un ringraziamento particolare a tutto il Mayer, dal dottore Cariati al dottore Poggi e al loro staff e alle infermiere. Un ringraziamento anche al dottore Fiorini e a tutti i medici della terapia intensiva e gli infermieri, e ancora al chirurgo dottor Noccioli e a tutto il suo staff e al reparto di chirurgia. Un ringraziamento anche alla psicologa Guarino e al prete Don Luigi Maria. Grazie Mayer perchè ci avete aiutato a farsi che Serena è con noi. . Grazie per aver salvato Serena Maria. Grazie a Dio al mondo esistono posti come il Mayer e grazie sempre a lui che ci sono persone e dottori così speciali.

Un ringraziamento a tutte le persone che ci sono state vicine in particolare al mio grande fratellone e a tutte quelli che hanno pregato per Serena, con l’aiuto delle preghiere Serena è qui con noi. La mia piccola è un piccolo grande miracolo. Due volte è stata miracolata.

E come raccontavo a Serena la sua storia sotto forma di favola, dopo aver sconfitto il brutto mostro dell’ernia diaframmatica il finale è ………. e vissero tutti e tre felici e contenti.

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